E' inutile. Ci provano tutti, anche il mio nuovo barbiere di cui mi fidavo tanto.
E' difficile diventare "il mio nuovo barbiere", deve essere preparato, avere un bel salone, le ragazze che ti accolgono, buona musica. Il pavimento incrostato di merda di quel bugigattolo mi ha fatto capire che non avrei speso più di 5 monete grosse, ed è stato subito amore. Dicevo, anche lui ci ha provato, a fottermi, ero distratto dalla sua musica mediorientale che mi faceva apprezzare i neomelodici, è un'iperbole state calmi, ha fatto cadere la lametta per terra (già pensavo che mi sarebbe arrivata di lì a breve una notifica della peste bubbonica che mi chiedeva l'amicizia) e non voleva cambiarla.
Non ci sarebbero state obiezioni sul da farsi ma il fatto che siamo esseri votati all'omeostasi e alla pigrizia, fa instaurare in noi il dubbio. Il dubbio fra sopportare l'idea di cercare un'altro terrestre con la vocazione del tagliare capelli oppure sperare nell'insubordinazione delle lamette alla legge di gravità universale.
Il fatto di essere fottuti ci spaventa, ma sapere in che modo veniamo fottuti è o no un attenuante? Andare alla cieca potrebbe essere ancora peggio, alla cieca ci si fa male alle palle. Così si spiega banalmente uno dei motivi per cui torniamo sempre dalla nostra lei, anche se questo ragionamento vale soprattutto per le femminucce e il loro onnipresente uomo stronzo.
Non c'è un modo di affrontare la questione ma non fatevi bloccare dalla nostra natura babbea. Cambiate sempre e a volte mai, e non è l'ennesima parossistica stronzata alla Federico Moccia che nonostante tutto ha avuto nobili maestri come Parmenide e Gorgia, intendo solo che dipende dalla situazione.
Non pensavo che il barbiere mi avrebbe portato a questa riflessione.
Devo cambiare barbiere.
Moccia è bravo a mettere in funzione le lamette. Prova lui.
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